La meteorologia è una materia seria: parola di Giuliacci

L’Aeronautica militare ha sempre affascinato grandi e piccoli; quest’anno, nella celebrazione dei cento anni della sua nascita, sono molte le manifestazioni, le mostre e gli eventi che raccontano la sua storia passata, ma anche il suo futuro.

L’Arma Azzurra negli anni ha dato il suo contributo in molti ambiti, uno di questi, forse poco conosciuto, è la meteorologia. Alpi Media Group ha intervistato un volto noto del piccolo schermo che è stato anche ufficiale dell’Aeronautica Militare, il col. Mario Giuliacci.

Colonnello, ha un ricordo che le sta particolarmente a cuore di quando era ufficiale?
Il primo giorno che ho indossato la divisa dell’Aeronautica Militare con il grado di tenente, un contentino che veniva elargito per chi arrivava nell’Arma azzurra, con una laurea necessaria a ricoprire quell’incarico.

Mentre frequentavo il concorso per entrare in Aeronautica mi scadde il rinvio, così fui chiamato alle armi come soldato semplice nell’Esercito; per un anno fui mandato a Casarsa della Delizia in Friuli.

Mentre facevo il soldato semplice fui chiamato per il concorso. Mi congedai dall’Esercito – con la divisa di soldato semplice – il 28 Agosto 1980 e il 7 Ottobre indossai la divisa dell’Aeronautica Militare.

Indossarla non fu solo orgoglio per aver vinto il concorso, ma anche un grande appagamento estetico per vestire un’uniforme dai colori attraenti secondi, forse, solo a quelli della divisa degli ufficiali della Marina. Lo ricordo ancora oggi come un momento di grande emozione.

La prima volta che sono tornato al paese natio, in Umbria, e mi hanno visto con questa divisa, molti sono rimasti sorpresi perché li avevo lasciati quando indossavo quella di soldato semplice dell’esercito ed ora tornavo con l’uniforme azzurra e i gradi di tenente. Un salto non da poco che mi permise, tra l’altro, di iniziare un percorso professionale ben preciso e di raggiungere l’indipendenza economica.

Quali sono gli insegnamenti che ognuno porta dentro di sé anche dopo il congedo?
Ordine, disciplina e rispetto reciproco. Le assicuro che il valore del rispetto reciproco è profondo. Molti pensano che negli ambienti militari i superiori maltrattino chi è subordinato. Può capitare, ma non è la regola, anzi, è l’eccezione. Io ho comandato, dal 1983 al 1990, ben 84 persone, tra avieri, sotto-ufficiali e ufficiali e non ho mai dato una punizione. Ho sempre cercato e ottenuto risultati con la persuasione, con il coinvolgimento.

Cosa fondamentale è il rispetto per il prossimo. Non sono mai stato aggressivo, non ho mai ceduto per eccesso di superbia, mi piace ottenere rispetto con semplicità.

Anche se avevo un grado non ho mai assunto atteggiamenti arroganti e vale anche oggi che ho raggiunto una certa notorietà come meteorologo. L’Aeronautica mi ha dato una professionalità accresciuta via via che sono stato in ambienti operativi come Milano e Linate. Devo riconoscere all’Arma Azzurra il merito di avermi fatto raggiungere queste capacità

Quale è il contributo dell’Aeronautica nella meteorologia?
Sembra nascosta ma è fondamentale. L’Aeronautica gestisce tutte le stazioni meteo che non abbiano ubicazione sugli aeroporti civili. Esistono circa 200 stazioni ufficiali, utilizzate per dare vita a modelli meteorologici, più della metà sono gestite dall’Aeronautica.

Il Servizio di Informazione Meteorologica Mondiale prevede che ogni Paese invii un rappresentante. In Italia chi svolge questo ruolo ancora oggi è un militare dell’Aeronautica Militare. L’Arma azzurra emette avvisi, utilizzati anche dalla Protezione civile, per tempo avverso, per il mare, per l’arrivo di uragani non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

Lei è diventato un volto famoso del piccolo schermo. Quali sono le differenze, se esistono, tra le previsioni meteo di oggi e quelle di ieri?
Se intendiamo previsioni meteo tv sono cambiate. Il mio contributo è quello di usare un linguaggio semplice. Ai dieci meteorologi alle mie dipendenze quando lavoravo per Epson Meteo, tutti laureati in Fisica, dicevo spesso: occhio alle parole, basta con linguaggio che sa tanto di cattedratico.

Le faccio un esempio per essere più esplicito. Io spiegavo che se s’incontra un amico che ci chiede “che tempo fa” e noi gli rispondiamo che “ci saranno precipitazioni sparse e manifestazioni temporalesche”, la possibilità di sentirci malamente apostrofare “ma quale bollettino hai letto?” sarebbe risultata molto elevata. La corretta informazione avrebbe dovuto essere invece molto semplice: “Domani ci saranno piogge sparse e nevicherà in montagna”. Insomma: l’espressione manifestazioni temporalesche è da cartellino rosso.

Alla mia squadra ho insegnato un linguaggio semplice e vedo che più o meno si sono adeguati. Il contenuto è un’altra cosa. Oggi, la meteorologia è rovinata perché il 90 per cento dei siti pratica la meteorologia terroristica. Un modo per attrarre utenti.

Un altro esempio: l’ultima vicenda dell’uragano. Sono stato ospite da Nicola Porro a “Quarta Repubblica”, lunedì 11 Settembre, per definire un evento atmosferico – da molti menzionato e da pochi conosciuto – e ho dimostrato che ciò che era definito uragano non aveva le qualifiche per esserlo.

Perché un evento atmosferico di quel genere ha delle caratteristiche e una definizione ben precisa. Il vento deve raggiungere più di 120 Km/h se non li raggiunge non è un uragano, deve avere al centro aria più calda. L’uragano deve avere caratteristiche e numeri ben precisi. Un meteorologo serio deve usare il linguaggio dei numeri e purtroppo la maggior parte usa un linguaggio a sproposito.

Dieci anni fa erano partiti con il termine caldo, poi caldissimo, sono arrivati al caldo eccezionale e poi al caldo record. L’Estate quest’anno ha raggiunto livelli record solo in alcune aree del mondo, ma non in Europa né in Italia. Quando non hanno saputo più cosa dire hanno inventato il termine “tempesta di caldo”. Ugualmente avviene per l’utilizzo del termine “bombe d’acqua”. Sono espressioni inventate da siti che hanno poco di professionale, ma emergono perché suggestionano la gente con termini iperbolici.

Quante volte abbiamo sentito dire che sono state raggiunte temperature di 40°. Quest’Estate solo per dieci giorni abbiamo raggiunto una temperatura così elevata. Se un giorno esce un video di questi siti che dice temperature di 40° e poi esce un mio video che indico temperature di 35°, la gente si lascia suggestionare da quello di temperature di 40° perché fa più impressione.

Purtroppo questo sistema di previsioni farlocche non si riesce a scardinare; per superarlo dovrei dare notizie più eclatanti ed “effervescenti”, ma non voglio compromettere la mia professionalità per competere con tali siti.

Può spiegare la differenza tra climatologia e meteorologia?
È la differenza che esiste tra il tempo e il clima. Il tempo è ciò che si vede. Al mattino quando apriamo la finestra percepiamo che fa fresco, c’è nebbia, nel cielo ci sono nuvole, leggiamo sul termometro la temperatura dell’aria è di 16° gradi, quello è il presente. Il clima è un po’ il passato. È ciò che domani ti aspetteresti visto l’andamento del clima negli anni addietro.

Negli ultimi 30 anni Ottobre è stato un mese con piogge abbondanti, anche quest’anno mi aspetterei un Ottobre piovoso, quindi il clima è ciò che ti aspetteresti sulla base di osservazione registrate in un arco temporale ben preciso.

Un esempio pratico, i fautori delle scie nel cielo, sono persone che confondono il tempo con il clima. Dicono che le nuvole vengono irrorate per far cambiare il clima. Le nuvole vengono irrorate per cambiare il tempo ed è una prassi che si fa da sempre.

Nei Paesi siccitosi come Israele appena compare una nuvola si bombarda sperando che le goccioline di nube si uniscano insieme per creare la pioggia. Sono cose fatte da cent’anni, non è un invenzione moderna per cercare di danneggiare chi e che cosa.

Condividi:

Post correlati

Leave a Comment